Scegli un lavoro che ami, e non lavorerai mai, neppure per un giorno in tutta la tua vita.            

- CONFUCIO - 

 

 

IN MEZZO A TANTA CANDIDA NEVE

(Traduzione)

 

Quando penso a una cosa bella penso a mia madre
Si chiamava Angelina ed era una donna alta
Robusta al punto giusto
Con la pelle bianca e liscia
Che assomigliava a quella
Di una bimba appena nata.

La sua bella faccia non aveva
Neanche l’ombra di un trucco
Aveva un portamento autoritario
Che le veniva confermato
Dallo chignon che portava in testa.

Ma non era uno chignon fatto
Coi suoi propri veri capelli
Perché lei di capelli ne aveva pochi
E questa eredità la diede a me
Perciò era uno chignon finto.

Ci ho messo un po’ di anni per capirlo
Me la ricordo verso sera seduta in camera da letto
Sopra lo sgabello davanti alla pettiniera
Che si levava lo chignon
Per conservarlo dentro una scatola rosa
Pronto per metterselo il mattino dopo.

Lei era più giovane di mio padre di quattordici anni
E per questo mio padre le aveva dato
La libertà di amministrare la casa e la famiglia
Non per niente moglie di un carabiniere
la chiamavano LA CAPITANA.

E veramente come una capitana
Crebbe me e mia sorella
Facendoci rigare dritto
Con le regole della buona creanza
Per la verità troppo rigorose
Che diede lei
Col tacito consenso di mio padre.

Mia madre aveva una camminata dritta e veloce
E andava per la sua strada
Senza guardare a nessuno
Non si accorgeva delle occhiate
Che le davano certe persone
Tanto era bella
Ma io che le camminavo a fianco
Mano nella mano invece sì
E mi sentivo pure tantino gelosa.

Lei era figlia di sarta,
Mia nonna Fifì della poesia
“Ancora mi risuona nelle orecchie”,
Che le aveva passato nelle mani
L’abilità di cucire vestiti
O diciamo meglio di aggiustarli
A questo proposito un ricordo
Che non mi posso scordare
Sono le grida che succedevano in casa mia
Al momento di uscire per la passeggiata
Della domenica dopopranzo.

Ora vi racconto.
Vista la scarsità di soldi
Il lavoratore era solo mio padre
E gli toccava mantenere sei persone
Mia madre mi vestiva con i vestiti
Che non stavano più a mia sorella Maria Vittoria
Dopo che le aveva aggiustati.

Raramente io potevo avere un vestito
Mio da principio
Per questo in casa mia ad ogni uscita
C’erano litigi
Ma inutili perché tanto vinceva sempre
La bella capitana di mia madre!

Però era pure sempre lei
Che mi rincorreva per casa
A me, grande di ormai quattordici anni
Alta e secca
Visto che ero difficile nel mangiare
Nelle mani la tazza di pane e latte
E mi imboccava al volo
Mentre io mi preparavo per andare a scuola.

Ho un altro ricordo che più degli altri sottolinea
Il carattere di capitana di mia madre
Lei ormai grande di sessant’anni e passa
E rimasta vedova
Veniva a stare per anni
A casa mia a Torino.

Ogni mattina che io uscivo di casa
Per andare a fare la maestra di scuola elementare
Lei si affacciava alla finestra
Per accompagnarmi con gli occhi
Intanto la sua bocca
Diceva sempre le stesse parole
<<Mi raccomando Rosalba, ritirati presto!>>.

Però mia madre molto più giovane
E più bella di quanto me la ricordi io
Ancora con tanti capelli in testa
Sapeva essere pure romantica
Guardate quanta tenerezza c’è in queste parole
Che lei dedicava a mio padre
Scritte dietro una sua foto:
<<In mezzo a tanta candida neve, il mio pensiero va’...
felicemente al mio lontano amore Filippo>>.


Rosalba Termini
, Luglio 2016